Acr.crv Onlus di Fatto Rio... Non erano rose..

“CRV-ACR, svolge un’attività socio-culturale di prevenzione al BULLISMO. -‘dal 1987 ad oggi ”.. combatte le DEVIANZE GIOVANILI-il Cyberbullismo e "Bulli e Bullismo.. Vandali e Vandalismo” con l'OSCAR e crea protocolli d’intesa, tra operatori sociali, Associazioni, e Comitati. Breve Storia del Concorso di poesia/arti e mestieri OSCAR: Nasce nel 1987 a Milano, da un'intuizione di Sergio Dario Merzario, Rio, Semenza, Maderna e altri, prende il via il Concorso "il BAGGESE". Acr, Repo e Paza nel 1999, lo trasformano nel trofeo lombardo ( che nel 2002 diviene TROFEO LOMBARDO LIGURE). Nel 2006 diventa OSCAR Internazionale CONTRO il BULLISMO con il contributo di Sergio Dario Merzario, Ketti Concetta Bosco , le biblioteche e l'Unicef Prov. di IMPERIA!” associazione@acraccademia.it
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martedì 21 giugno 2011

acr e CRV

.. i 19 minuti che cambiano Milano.. Discorso di insediamento del NUOVO SINDACO MILANESE PISAPIA il 20062011pubblicata da Sergio Dario Merzario il giorno lunedì 20 giugno 2011 alle ore 23.56

da acr IL MILANESE a cura di Sergio Dario Merzario

SINDACO GIULIANO PISAPIA

PRIMA SEDUTA CONSIGLIO COMUNALE

Milano, 20 giugno 2011



Signor Presidente, Signori Consiglieri

Il recente risultato elettorale e l’esito dei referendum dimostrano che i

milanesi hanno deciso di aprire, nella loro città, una nuova stagione

politica.

È un cambiamento che coincide con un sentimento di grande, entusiasmante

impegno e con una rinnovata volontà di partecipazione alla vita pubblica.



Milano vuole ritrovarsi di nuovo unita intorno a un obiettivo comune.

Milano vuole trasformare il sogno in realtà.

Milano vuole tornare ad essere la capitale morale ed economica del nostro

Paese.

E vuole farlo mettendo in gioco se stessa.

Il nostro compito è quello di cogliere e indirizzare questo risveglio

civico e di trasformare la volontà di contribuire a questo cambiamento in

uno strumento di crescita collettiva.



Questa prima seduta del Consiglio comunale può essere già l’inizio di un

nuovo percorso, che restituisca a quest’ assemblea il compito di parlamento

della città;

il Consiglio Comunale deve essere, ne sono convinto, un luogo aperto,

partecipato dai cittadini, un’istituzione da rispettare;

la sede e il modello di un confronto civile, il cuore di un nuovo corso

amministrativo, politico, sociale, culturale per Milano.



Prima di intervenire sulle linee programmatiche che intendo realizzare nel

corso del mandato, voglio ringraziare, a nome di Milano, il Presidente

della Repubblica, Giorgio Napolitano, garante della nostra Costituzione e

sostenitore di un rapporto sempre più stretto tra Istituzioni e cittadini.



Un grazie all’Arcivescovo di Milano, il Cardinale Dionigi Tettamanzi, per

la sua capacità di destare l’attenzione della città e dei suoi

amministratori sui temi dell’accoglienza e della solidarietà; per il suo

monito morale e civile e per il suo impegno a favore dei più deboli.



Mi congratulo con il nuovo Presidente del Consiglio Comunale, Basilio

Rizzo, che per la sua lunga esperienza e per il rigore con cui ha svolto

per anni il ruolo di consigliere comunale rappresenta per tutti, ne sono

profondamente convinto, una garanzia di corretto e trasparente svolgimento

dei lavori di questa Assemblea.



Una grande responsabilità

Sento di avere una grande responsabilità.

A Milano è avvenuto qualcosa di inedito sulla scena politica: si è aperta

una nuova stagione che ha riportato al centro un’Italia che sembrava

offuscata, nascosta.

Quest’Italia – questa Milano – chiede a gran voce innanzitutto di essere

protagonista della scelte della città e, quindi, di partecipare attivamente

alla vita collettiva;

e chiede, a chi è stato eletto, coraggio nell’immaginare, e nel costruire,

un futuro migliore per tutti;

il che significa anche saper rinunciare a quei piccoli privilegi che hanno

contribuito a creare un fossato tra i cittadini e i loro rappresentanti.



Per esempio non vi saranno nel nostro comune, “auto blu”. Abbiamo delle

piccole Punto bianche in condivisione… e ne faremo uso con la dovuta

sobrietà.



Si tratta, certo, di piccole cose che però possono essere indicative di un

rapporto paritario tra cittadini e chi li rappresenta.



Piccole cose che, però, si conciliano anche con l’avere aspettative alte,

col sentirci un po’ demiurghi, col credere che è possibile immaginare una

città diversa e realizzarla davvero.





Altri l’hanno fatto. E noi lo faremo.

Detroit, schiacciata dalla crisi dell’ auto, era una città che sembrava

finita; è diventata una Mecca per i giovani artisti;

Amburgo ha affrontato la crisi della presenza industriale inventandosi

capitale dell’ecologia.



Il destino di Milano è nelle nostre mani: noi dobbiamo riconoscere e

affrontare i problemi irrisolti. Da quelli piccoli a quelli grandi.



Il progetto di futuro che vogliamo costruire dipende soprattutto da noi.



L’aria del cambiamento, per dare risultati concreti, non può però

restare circoscritta a Milano.

Una città non è una monade, né un castello con i ponti levatoi alzati.



Non sarà possibile nessun cambiamento reale, né la soluzione di problemi

globali – l’aria, l’acqua, il traffico… - se non riusciremo a rendere

concreto il concetto di una città aperta che sviluppi rapporti costruttivi

con la città metropolitana e si apra, nei fatti e non a parole, all’Europa,

al Mediterraneo e al mondo intero.



L’obiettivo è di costruire attrazione di risorse, una migliore convivenza e

una maggiore coesione tra quelle parti di umanità dell’intero pianeta che

hanno scelto il nostro territorio per lavorare e per vivere.





Il nostro successo è stato costruito oltre che dal nostro lavoro, da quello

di tantissime persone che hanno scelto di unirsi a noi, dimostrando che

siamo in tanti a volere una città nuova:

1)nuova fuori e quindi più bella, più verde, più pulita, più efficiente;

2) nuova dentro: più solidale, più accogliente, più generosa, più attenta,

più giusta, più trasparente.





Milano ci ha fatto un dono



Milano ci ha insegnato qualcosa.

Milano ha insegnato a tutto il Paese che la buona politica è un valore che

dà prestigio all’immagine di una città e, nello stesso tempo, consente di

offrire risposte efficaci ai bisogni delle persone.



Moralità, rispetto dell’altro, correttezza nei comportamenti: i cittadini

hanno detto chiaramente che vogliono che la politica riscopra una

dimensione etica.

Vogliono che i loro rappresentanti riconoscano la virtù, cioè il merito, le

competenze, le capacità, l’onestà, l’integrità e la generosità verso la

città.



Vogliono che l’istituzione cittadina sia il primo modello di equità e che,

col suo esempio, promuova quel senso civico che è una delle migliori

tradizioni di Milano.



Sarò il Sindaco di tutti

I cittadini ci hanno affidato un compito difficile: fornire una risposta

credibile alla loro domanda di cambiamento.

Da parte mia ci metterò il massimo di impegno.





Lavorerò guardando al futuro, ma anche cercando negli esempi del passato

una guida e, permettetemi di dirlo, il coraggio di superare le difficoltà

che non mancheranno.

Milano è stata la culla di un riformismo municipale che ha offerto esempi

luminosi di sapienza e lungimiranza amministrativa.

Quegli esempi illumineranno il mio cammino.



Una legislatura costituente

Penso a questa legislatura come a una legislatura costituente.

Costituente soprattutto nella ricostruzione di solide relazioni con la

città, che avevano fatto grande Milano, e che si sono come sfilacciate con

il tempo.



Occorre rafforzarle per ridare vigore alla città in tutti i campi in cui ha

sempre primeggiato: l’economia, il lavoro, l’impresa, le professioni, il

welfare, la cultura.





Lo faremo grazie al contributo di personalità di primo piano della politica

e della società civile.

Lo faremo attraverso una rete di delegati, di consulte, di agenzie presenti

e attive sul territorio.

Ma lo faremo soprattutto coinvolgendo coloro che sono stati ai margini

della politica.

Daremo voce a tutte le diverse componenti della società milanese.



E in questo avranno un ruolo rilevante i CONSIGLI DI ZONA, CHE saranno VERE

E PROPRIE MUNICIPALITÀ – CON POTERI REALI, RISORSE SUFFICIENTI E UNA PARTE

DI BILANCIO PARTECIPATO – IN GRADO DI SVOLGERE UN RUOLO DI MEDIAZIONE NELLA

PARTECIPAZIONE CONCRETA DEI CITTADINI SUI PROBLEMI DELLA CITTÀ E DI

PROPORRE SOLUZIONI CONCRETE AI PROBLEMI DELLe singole zone.





A PROPOSITO DI BILANCIO, NON POSSO ESIMERMI DAL DIRE – E’ IL MIO UN DOVERE

DI TRASPARENZA – FIN DA SUBITO PAROLE CHIARE:

UN PRIMO ESAME CONFERMA QUANTO GIÀ I REVISORI DEL COMUNE DI MILANO AVEVANO

RILEVATO E CIOÈ che, DAL CONTROLLO SUGLI EQUILIBRI DI BILANCIO, EMERGE “UN

ANDAMENTO ASSAI NEGATIVO DELLE ENTRATE CHE COMPROMETTE L’EQUILIBRIO DI

BILANCIO SIA DI PARTE CORRENTE CHE DEI SALDI UTILI AI FINI DEL RISPETTO DEL

PATTO DI STABILITA’”





SUL BILANCIO DEL COMUNE, E SULL’EFFETTIVA SITUAZIONE RISPETTO A QUELLA CHE

CI E’ STATA COMUNICATA, FACCIO FIN D’ORA OGNI RISERVA E DARÒ IMMEDIATE

COMUNICAZIONI NON APPENA SARANNO TERMINATE LE DOVEROSE VERIFICHE







Un Patto per la Città



Da parte nostra, intendiamo realizzare un Patto per la Città che si traduca

in sviluppo economico e aumento della competitività, del benessere, della

crescita sociale e culturale.



Vogliamo altresì dare inizio a una Legislatura che promuova uno stile nuovo

fatto di educazione civica e di rispetto della dignità di tutti.

Uno stile nuovo nel modo di rapportarci con il Consiglio comunale, con i

gruppi consiliari, con i lavoratori e le lavoratrici dell’amministrazione

comunale.

L’Amministrazione deve essere un’organizzazione modello, al servizio del

bene comune, un esempio di cultura gestionale positiva che contribuisce a

promuovere il cambiamento.



Per questo intendiamo valorizzare il capitale umano e professionale dei

dipendenti del Comune favorendo le pari opportunità; la conciliazione della

famiglia e del lavoro; in modo che essere genitori non escluda l’accesso

alla carriera e alle relazioni sindacali o non costringa, come purtroppo

accade, a lasciare il posto di lavoro.



Chi lavora in Comune dovrà ritrovare l’orgoglio di dire “io lavoro per il

bene della città, di chi ci vive e di chi ci lavora”.



Occorre costruire nuove soluzioni organizzative che valorizzino capacità,

passione e competenza.



E’ questo un interesse primario dei cittadini e in particolare di quelli

che più hanno bisogno dei servizi pubblici.

È un interesse del sistema economico poiché migliora l’efficienza della

macchina comunale.

È un interesse per chi nel pubblico lavora oggi o vuole farlo domani.



Lavoreremo con impegno:

Per ridare speranza a una Milano che vuole riprendere a crescere e alle

famiglie che domandano nuove politiche sociali,



Per dare risposta ai lavoratori e alle lavoratrici che chiedono

un’occupazione dignitosa, che consenta di costruire un futuro per

loro e per i loro figli. Il che vuol dire anche combattere la

precarietà.

Per restituire presente e futuro ai giovani che debbono essere

protagonisti della loro vita e della vita della città,

Per garantire alle imprese che vogliono competere un contesto di

concorrenza trasparente.

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