martedì 21 giugno 2011
acr e CRV
.. i 19 minuti che cambiano Milano.. Discorso di insediamento del NUOVO SINDACO MILANESE PISAPIA il 20062011pubblicata da Sergio Dario Merzario il giorno lunedì 20 giugno 2011 alle ore 23.56
da acr IL MILANESE a cura di Sergio Dario Merzario
SINDACO GIULIANO PISAPIA
PRIMA SEDUTA CONSIGLIO COMUNALE
Milano, 20 giugno 2011
Signor Presidente, Signori Consiglieri
Il recente risultato elettorale e l’esito dei referendum dimostrano che i
milanesi hanno deciso di aprire, nella loro città, una nuova stagione
politica.
È un cambiamento che coincide con un sentimento di grande, entusiasmante
impegno e con una rinnovata volontà di partecipazione alla vita pubblica.
Milano vuole ritrovarsi di nuovo unita intorno a un obiettivo comune.
Milano vuole trasformare il sogno in realtà.
Milano vuole tornare ad essere la capitale morale ed economica del nostro
Paese.
E vuole farlo mettendo in gioco se stessa.
Il nostro compito è quello di cogliere e indirizzare questo risveglio
civico e di trasformare la volontà di contribuire a questo cambiamento in
uno strumento di crescita collettiva.
Questa prima seduta del Consiglio comunale può essere già l’inizio di un
nuovo percorso, che restituisca a quest’ assemblea il compito di parlamento
della città;
il Consiglio Comunale deve essere, ne sono convinto, un luogo aperto,
partecipato dai cittadini, un’istituzione da rispettare;
la sede e il modello di un confronto civile, il cuore di un nuovo corso
amministrativo, politico, sociale, culturale per Milano.
Prima di intervenire sulle linee programmatiche che intendo realizzare nel
corso del mandato, voglio ringraziare, a nome di Milano, il Presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano, garante della nostra Costituzione e
sostenitore di un rapporto sempre più stretto tra Istituzioni e cittadini.
Un grazie all’Arcivescovo di Milano, il Cardinale Dionigi Tettamanzi, per
la sua capacità di destare l’attenzione della città e dei suoi
amministratori sui temi dell’accoglienza e della solidarietà; per il suo
monito morale e civile e per il suo impegno a favore dei più deboli.
Mi congratulo con il nuovo Presidente del Consiglio Comunale, Basilio
Rizzo, che per la sua lunga esperienza e per il rigore con cui ha svolto
per anni il ruolo di consigliere comunale rappresenta per tutti, ne sono
profondamente convinto, una garanzia di corretto e trasparente svolgimento
dei lavori di questa Assemblea.
Una grande responsabilità
Sento di avere una grande responsabilità.
A Milano è avvenuto qualcosa di inedito sulla scena politica: si è aperta
una nuova stagione che ha riportato al centro un’Italia che sembrava
offuscata, nascosta.
Quest’Italia – questa Milano – chiede a gran voce innanzitutto di essere
protagonista della scelte della città e, quindi, di partecipare attivamente
alla vita collettiva;
e chiede, a chi è stato eletto, coraggio nell’immaginare, e nel costruire,
un futuro migliore per tutti;
il che significa anche saper rinunciare a quei piccoli privilegi che hanno
contribuito a creare un fossato tra i cittadini e i loro rappresentanti.
Per esempio non vi saranno nel nostro comune, “auto blu”. Abbiamo delle
piccole Punto bianche in condivisione… e ne faremo uso con la dovuta
sobrietà.
Si tratta, certo, di piccole cose che però possono essere indicative di un
rapporto paritario tra cittadini e chi li rappresenta.
Piccole cose che, però, si conciliano anche con l’avere aspettative alte,
col sentirci un po’ demiurghi, col credere che è possibile immaginare una
città diversa e realizzarla davvero.
Altri l’hanno fatto. E noi lo faremo.
Detroit, schiacciata dalla crisi dell’ auto, era una città che sembrava
finita; è diventata una Mecca per i giovani artisti;
Amburgo ha affrontato la crisi della presenza industriale inventandosi
capitale dell’ecologia.
Il destino di Milano è nelle nostre mani: noi dobbiamo riconoscere e
affrontare i problemi irrisolti. Da quelli piccoli a quelli grandi.
Il progetto di futuro che vogliamo costruire dipende soprattutto da noi.
L’aria del cambiamento, per dare risultati concreti, non può però
restare circoscritta a Milano.
Una città non è una monade, né un castello con i ponti levatoi alzati.
Non sarà possibile nessun cambiamento reale, né la soluzione di problemi
globali – l’aria, l’acqua, il traffico… - se non riusciremo a rendere
concreto il concetto di una città aperta che sviluppi rapporti costruttivi
con la città metropolitana e si apra, nei fatti e non a parole, all’Europa,
al Mediterraneo e al mondo intero.
L’obiettivo è di costruire attrazione di risorse, una migliore convivenza e
una maggiore coesione tra quelle parti di umanità dell’intero pianeta che
hanno scelto il nostro territorio per lavorare e per vivere.
Il nostro successo è stato costruito oltre che dal nostro lavoro, da quello
di tantissime persone che hanno scelto di unirsi a noi, dimostrando che
siamo in tanti a volere una città nuova:
1)nuova fuori e quindi più bella, più verde, più pulita, più efficiente;
2) nuova dentro: più solidale, più accogliente, più generosa, più attenta,
più giusta, più trasparente.
Milano ci ha fatto un dono
Milano ci ha insegnato qualcosa.
Milano ha insegnato a tutto il Paese che la buona politica è un valore che
dà prestigio all’immagine di una città e, nello stesso tempo, consente di
offrire risposte efficaci ai bisogni delle persone.
Moralità, rispetto dell’altro, correttezza nei comportamenti: i cittadini
hanno detto chiaramente che vogliono che la politica riscopra una
dimensione etica.
Vogliono che i loro rappresentanti riconoscano la virtù, cioè il merito, le
competenze, le capacità, l’onestà, l’integrità e la generosità verso la
città.
Vogliono che l’istituzione cittadina sia il primo modello di equità e che,
col suo esempio, promuova quel senso civico che è una delle migliori
tradizioni di Milano.
Sarò il Sindaco di tutti
I cittadini ci hanno affidato un compito difficile: fornire una risposta
credibile alla loro domanda di cambiamento.
Da parte mia ci metterò il massimo di impegno.
Lavorerò guardando al futuro, ma anche cercando negli esempi del passato
una guida e, permettetemi di dirlo, il coraggio di superare le difficoltà
che non mancheranno.
Milano è stata la culla di un riformismo municipale che ha offerto esempi
luminosi di sapienza e lungimiranza amministrativa.
Quegli esempi illumineranno il mio cammino.
Una legislatura costituente
Penso a questa legislatura come a una legislatura costituente.
Costituente soprattutto nella ricostruzione di solide relazioni con la
città, che avevano fatto grande Milano, e che si sono come sfilacciate con
il tempo.
Occorre rafforzarle per ridare vigore alla città in tutti i campi in cui ha
sempre primeggiato: l’economia, il lavoro, l’impresa, le professioni, il
welfare, la cultura.
Lo faremo grazie al contributo di personalità di primo piano della politica
e della società civile.
Lo faremo attraverso una rete di delegati, di consulte, di agenzie presenti
e attive sul territorio.
Ma lo faremo soprattutto coinvolgendo coloro che sono stati ai margini
della politica.
Daremo voce a tutte le diverse componenti della società milanese.
E in questo avranno un ruolo rilevante i CONSIGLI DI ZONA, CHE saranno VERE
E PROPRIE MUNICIPALITÀ – CON POTERI REALI, RISORSE SUFFICIENTI E UNA PARTE
DI BILANCIO PARTECIPATO – IN GRADO DI SVOLGERE UN RUOLO DI MEDIAZIONE NELLA
PARTECIPAZIONE CONCRETA DEI CITTADINI SUI PROBLEMI DELLA CITTÀ E DI
PROPORRE SOLUZIONI CONCRETE AI PROBLEMI DELLe singole zone.
A PROPOSITO DI BILANCIO, NON POSSO ESIMERMI DAL DIRE – E’ IL MIO UN DOVERE
DI TRASPARENZA – FIN DA SUBITO PAROLE CHIARE:
UN PRIMO ESAME CONFERMA QUANTO GIÀ I REVISORI DEL COMUNE DI MILANO AVEVANO
RILEVATO E CIOÈ che, DAL CONTROLLO SUGLI EQUILIBRI DI BILANCIO, EMERGE “UN
ANDAMENTO ASSAI NEGATIVO DELLE ENTRATE CHE COMPROMETTE L’EQUILIBRIO DI
BILANCIO SIA DI PARTE CORRENTE CHE DEI SALDI UTILI AI FINI DEL RISPETTO DEL
PATTO DI STABILITA’”
SUL BILANCIO DEL COMUNE, E SULL’EFFETTIVA SITUAZIONE RISPETTO A QUELLA CHE
CI E’ STATA COMUNICATA, FACCIO FIN D’ORA OGNI RISERVA E DARÒ IMMEDIATE
COMUNICAZIONI NON APPENA SARANNO TERMINATE LE DOVEROSE VERIFICHE
Un Patto per la Città
Da parte nostra, intendiamo realizzare un Patto per la Città che si traduca
in sviluppo economico e aumento della competitività, del benessere, della
crescita sociale e culturale.
Vogliamo altresì dare inizio a una Legislatura che promuova uno stile nuovo
fatto di educazione civica e di rispetto della dignità di tutti.
Uno stile nuovo nel modo di rapportarci con il Consiglio comunale, con i
gruppi consiliari, con i lavoratori e le lavoratrici dell’amministrazione
comunale.
L’Amministrazione deve essere un’organizzazione modello, al servizio del
bene comune, un esempio di cultura gestionale positiva che contribuisce a
promuovere il cambiamento.
Per questo intendiamo valorizzare il capitale umano e professionale dei
dipendenti del Comune favorendo le pari opportunità; la conciliazione della
famiglia e del lavoro; in modo che essere genitori non escluda l’accesso
alla carriera e alle relazioni sindacali o non costringa, come purtroppo
accade, a lasciare il posto di lavoro.
Chi lavora in Comune dovrà ritrovare l’orgoglio di dire “io lavoro per il
bene della città, di chi ci vive e di chi ci lavora”.
Occorre costruire nuove soluzioni organizzative che valorizzino capacità,
passione e competenza.
E’ questo un interesse primario dei cittadini e in particolare di quelli
che più hanno bisogno dei servizi pubblici.
È un interesse del sistema economico poiché migliora l’efficienza della
macchina comunale.
È un interesse per chi nel pubblico lavora oggi o vuole farlo domani.
Lavoreremo con impegno:
Per ridare speranza a una Milano che vuole riprendere a crescere e alle
famiglie che domandano nuove politiche sociali,
Per dare risposta ai lavoratori e alle lavoratrici che chiedono
un’occupazione dignitosa, che consenta di costruire un futuro per
loro e per i loro figli. Il che vuol dire anche combattere la
precarietà.
Per restituire presente e futuro ai giovani che debbono essere
protagonisti della loro vita e della vita della città,
Per garantire alle imprese che vogliono competere un contesto di
concorrenza trasparente.
da acr IL MILANESE a cura di Sergio Dario Merzario
SINDACO GIULIANO PISAPIA
PRIMA SEDUTA CONSIGLIO COMUNALE
Milano, 20 giugno 2011
Signor Presidente, Signori Consiglieri
Il recente risultato elettorale e l’esito dei referendum dimostrano che i
milanesi hanno deciso di aprire, nella loro città, una nuova stagione
politica.
È un cambiamento che coincide con un sentimento di grande, entusiasmante
impegno e con una rinnovata volontà di partecipazione alla vita pubblica.
Milano vuole ritrovarsi di nuovo unita intorno a un obiettivo comune.
Milano vuole trasformare il sogno in realtà.
Milano vuole tornare ad essere la capitale morale ed economica del nostro
Paese.
E vuole farlo mettendo in gioco se stessa.
Il nostro compito è quello di cogliere e indirizzare questo risveglio
civico e di trasformare la volontà di contribuire a questo cambiamento in
uno strumento di crescita collettiva.
Questa prima seduta del Consiglio comunale può essere già l’inizio di un
nuovo percorso, che restituisca a quest’ assemblea il compito di parlamento
della città;
il Consiglio Comunale deve essere, ne sono convinto, un luogo aperto,
partecipato dai cittadini, un’istituzione da rispettare;
la sede e il modello di un confronto civile, il cuore di un nuovo corso
amministrativo, politico, sociale, culturale per Milano.
Prima di intervenire sulle linee programmatiche che intendo realizzare nel
corso del mandato, voglio ringraziare, a nome di Milano, il Presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano, garante della nostra Costituzione e
sostenitore di un rapporto sempre più stretto tra Istituzioni e cittadini.
Un grazie all’Arcivescovo di Milano, il Cardinale Dionigi Tettamanzi, per
la sua capacità di destare l’attenzione della città e dei suoi
amministratori sui temi dell’accoglienza e della solidarietà; per il suo
monito morale e civile e per il suo impegno a favore dei più deboli.
Mi congratulo con il nuovo Presidente del Consiglio Comunale, Basilio
Rizzo, che per la sua lunga esperienza e per il rigore con cui ha svolto
per anni il ruolo di consigliere comunale rappresenta per tutti, ne sono
profondamente convinto, una garanzia di corretto e trasparente svolgimento
dei lavori di questa Assemblea.
Una grande responsabilità
Sento di avere una grande responsabilità.
A Milano è avvenuto qualcosa di inedito sulla scena politica: si è aperta
una nuova stagione che ha riportato al centro un’Italia che sembrava
offuscata, nascosta.
Quest’Italia – questa Milano – chiede a gran voce innanzitutto di essere
protagonista della scelte della città e, quindi, di partecipare attivamente
alla vita collettiva;
e chiede, a chi è stato eletto, coraggio nell’immaginare, e nel costruire,
un futuro migliore per tutti;
il che significa anche saper rinunciare a quei piccoli privilegi che hanno
contribuito a creare un fossato tra i cittadini e i loro rappresentanti.
Per esempio non vi saranno nel nostro comune, “auto blu”. Abbiamo delle
piccole Punto bianche in condivisione… e ne faremo uso con la dovuta
sobrietà.
Si tratta, certo, di piccole cose che però possono essere indicative di un
rapporto paritario tra cittadini e chi li rappresenta.
Piccole cose che, però, si conciliano anche con l’avere aspettative alte,
col sentirci un po’ demiurghi, col credere che è possibile immaginare una
città diversa e realizzarla davvero.
Altri l’hanno fatto. E noi lo faremo.
Detroit, schiacciata dalla crisi dell’ auto, era una città che sembrava
finita; è diventata una Mecca per i giovani artisti;
Amburgo ha affrontato la crisi della presenza industriale inventandosi
capitale dell’ecologia.
Il destino di Milano è nelle nostre mani: noi dobbiamo riconoscere e
affrontare i problemi irrisolti. Da quelli piccoli a quelli grandi.
Il progetto di futuro che vogliamo costruire dipende soprattutto da noi.
L’aria del cambiamento, per dare risultati concreti, non può però
restare circoscritta a Milano.
Una città non è una monade, né un castello con i ponti levatoi alzati.
Non sarà possibile nessun cambiamento reale, né la soluzione di problemi
globali – l’aria, l’acqua, il traffico… - se non riusciremo a rendere
concreto il concetto di una città aperta che sviluppi rapporti costruttivi
con la città metropolitana e si apra, nei fatti e non a parole, all’Europa,
al Mediterraneo e al mondo intero.
L’obiettivo è di costruire attrazione di risorse, una migliore convivenza e
una maggiore coesione tra quelle parti di umanità dell’intero pianeta che
hanno scelto il nostro territorio per lavorare e per vivere.
Il nostro successo è stato costruito oltre che dal nostro lavoro, da quello
di tantissime persone che hanno scelto di unirsi a noi, dimostrando che
siamo in tanti a volere una città nuova:
1)nuova fuori e quindi più bella, più verde, più pulita, più efficiente;
2) nuova dentro: più solidale, più accogliente, più generosa, più attenta,
più giusta, più trasparente.
Milano ci ha fatto un dono
Milano ci ha insegnato qualcosa.
Milano ha insegnato a tutto il Paese che la buona politica è un valore che
dà prestigio all’immagine di una città e, nello stesso tempo, consente di
offrire risposte efficaci ai bisogni delle persone.
Moralità, rispetto dell’altro, correttezza nei comportamenti: i cittadini
hanno detto chiaramente che vogliono che la politica riscopra una
dimensione etica.
Vogliono che i loro rappresentanti riconoscano la virtù, cioè il merito, le
competenze, le capacità, l’onestà, l’integrità e la generosità verso la
città.
Vogliono che l’istituzione cittadina sia il primo modello di equità e che,
col suo esempio, promuova quel senso civico che è una delle migliori
tradizioni di Milano.
Sarò il Sindaco di tutti
I cittadini ci hanno affidato un compito difficile: fornire una risposta
credibile alla loro domanda di cambiamento.
Da parte mia ci metterò il massimo di impegno.
Lavorerò guardando al futuro, ma anche cercando negli esempi del passato
una guida e, permettetemi di dirlo, il coraggio di superare le difficoltà
che non mancheranno.
Milano è stata la culla di un riformismo municipale che ha offerto esempi
luminosi di sapienza e lungimiranza amministrativa.
Quegli esempi illumineranno il mio cammino.
Una legislatura costituente
Penso a questa legislatura come a una legislatura costituente.
Costituente soprattutto nella ricostruzione di solide relazioni con la
città, che avevano fatto grande Milano, e che si sono come sfilacciate con
il tempo.
Occorre rafforzarle per ridare vigore alla città in tutti i campi in cui ha
sempre primeggiato: l’economia, il lavoro, l’impresa, le professioni, il
welfare, la cultura.
Lo faremo grazie al contributo di personalità di primo piano della politica
e della società civile.
Lo faremo attraverso una rete di delegati, di consulte, di agenzie presenti
e attive sul territorio.
Ma lo faremo soprattutto coinvolgendo coloro che sono stati ai margini
della politica.
Daremo voce a tutte le diverse componenti della società milanese.
E in questo avranno un ruolo rilevante i CONSIGLI DI ZONA, CHE saranno VERE
E PROPRIE MUNICIPALITÀ – CON POTERI REALI, RISORSE SUFFICIENTI E UNA PARTE
DI BILANCIO PARTECIPATO – IN GRADO DI SVOLGERE UN RUOLO DI MEDIAZIONE NELLA
PARTECIPAZIONE CONCRETA DEI CITTADINI SUI PROBLEMI DELLA CITTÀ E DI
PROPORRE SOLUZIONI CONCRETE AI PROBLEMI DELLe singole zone.
A PROPOSITO DI BILANCIO, NON POSSO ESIMERMI DAL DIRE – E’ IL MIO UN DOVERE
DI TRASPARENZA – FIN DA SUBITO PAROLE CHIARE:
UN PRIMO ESAME CONFERMA QUANTO GIÀ I REVISORI DEL COMUNE DI MILANO AVEVANO
RILEVATO E CIOÈ che, DAL CONTROLLO SUGLI EQUILIBRI DI BILANCIO, EMERGE “UN
ANDAMENTO ASSAI NEGATIVO DELLE ENTRATE CHE COMPROMETTE L’EQUILIBRIO DI
BILANCIO SIA DI PARTE CORRENTE CHE DEI SALDI UTILI AI FINI DEL RISPETTO DEL
PATTO DI STABILITA’”
SUL BILANCIO DEL COMUNE, E SULL’EFFETTIVA SITUAZIONE RISPETTO A QUELLA CHE
CI E’ STATA COMUNICATA, FACCIO FIN D’ORA OGNI RISERVA E DARÒ IMMEDIATE
COMUNICAZIONI NON APPENA SARANNO TERMINATE LE DOVEROSE VERIFICHE
Un Patto per la Città
Da parte nostra, intendiamo realizzare un Patto per la Città che si traduca
in sviluppo economico e aumento della competitività, del benessere, della
crescita sociale e culturale.
Vogliamo altresì dare inizio a una Legislatura che promuova uno stile nuovo
fatto di educazione civica e di rispetto della dignità di tutti.
Uno stile nuovo nel modo di rapportarci con il Consiglio comunale, con i
gruppi consiliari, con i lavoratori e le lavoratrici dell’amministrazione
comunale.
L’Amministrazione deve essere un’organizzazione modello, al servizio del
bene comune, un esempio di cultura gestionale positiva che contribuisce a
promuovere il cambiamento.
Per questo intendiamo valorizzare il capitale umano e professionale dei
dipendenti del Comune favorendo le pari opportunità; la conciliazione della
famiglia e del lavoro; in modo che essere genitori non escluda l’accesso
alla carriera e alle relazioni sindacali o non costringa, come purtroppo
accade, a lasciare il posto di lavoro.
Chi lavora in Comune dovrà ritrovare l’orgoglio di dire “io lavoro per il
bene della città, di chi ci vive e di chi ci lavora”.
Occorre costruire nuove soluzioni organizzative che valorizzino capacità,
passione e competenza.
E’ questo un interesse primario dei cittadini e in particolare di quelli
che più hanno bisogno dei servizi pubblici.
È un interesse del sistema economico poiché migliora l’efficienza della
macchina comunale.
È un interesse per chi nel pubblico lavora oggi o vuole farlo domani.
Lavoreremo con impegno:
Per ridare speranza a una Milano che vuole riprendere a crescere e alle
famiglie che domandano nuove politiche sociali,
Per dare risposta ai lavoratori e alle lavoratrici che chiedono
un’occupazione dignitosa, che consenta di costruire un futuro per
loro e per i loro figli. Il che vuol dire anche combattere la
precarietà.
Per restituire presente e futuro ai giovani che debbono essere
protagonisti della loro vita e della vita della città,
Per garantire alle imprese che vogliono competere un contesto di
concorrenza trasparente.
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